Ci sono persone in Slovacchia che, dopo la guarigione dal coronavirus, ne lamentano ancora i sintomi per diversi mesi. I più comuni: stanchezza, tosse e difficoltà respiratorie ma anche perdita di capelli."Sono passati sette mesi da quando mi sono ammalata. A volte tossisco ancora, è difficile per me parlare e respirare. Ho un polmone devastato e sono in fase di monitoraggio per vedere se ho un'infiammazione del muscolo cardiaco. Sebbene non sia risultato positiva ad un test per il coronavirus, mi hanno curato come un paziente che è guarito e ho lottato a lungo con le sue conseguenze. Non so quando tutto questo finirà."
Ivana Franeková è una psicoterapeuta che vive a Londra. È uno dei pazienti in cui il COVID-19 ha presentato conseguenze a lungo termine.
È debole, stanca da più di sei mesi, sta seduta quasi tutto il giorno e spesso si sente male. Anche durante una conversazione, a volte si interrompe per schiarirsi la gola e ha difficoltà a respirare.
Si è ammalata all'inizio di marzo, probabilmente su un autobus universitario dove c'erano molte persone. Oggi non studia più, ha dovuto fare una pausa a causa della sua malattia. Non può nemmeno lavorare. Ha dovuto richiedere le indennità statali e non sa quando potrà tornare al lavoro.
"Ho solo poche sessioni a settimana con i clienti ma è molto estenuante", spiega.
Negli ultimi mesi ha avuto allucinazioni e incubi, non riesce a concentrarsi a lungo.
Ad oggi non incontra quasi nessuno, ad eccezione del suo partner, che ha incontrato durante la sua malattia, quando si è offerto volontario per aiutarla con gli acquisti.
Il dottor Peter Sabaka, che lavora nel reparto di infettivologia dell'Ospedale universitario di Bratislava, afferma che anche in Slovacchia alcuni pazienti che sono guariti lamentano la persistenza di alcuni sintomi per più di qualche mese.
"E’ terminata la fase acuta della malattia, non hanno più la febbre, sono fuori pericolo di vita e non risultano positivi al test. Tuttavia, non si sentono completamente in salute, presentano ancora alcuni sintomi e la loro qualità di vita si è notevolmente ridotta", descrive Sabaka.
Ivana Franeková è una psicoterapeuta che vive a Londra. È uno dei pazienti in cui il COVID-19 ha presentato conseguenze a lungo termine.
È debole, stanca da più di sei mesi, sta seduta quasi tutto il giorno e spesso si sente male. Anche durante una conversazione, a volte si interrompe per schiarirsi la gola e ha difficoltà a respirare.
Si è ammalata all'inizio di marzo, probabilmente su un autobus universitario dove c'erano molte persone. Oggi non studia più, ha dovuto fare una pausa a causa della sua malattia. Non può nemmeno lavorare. Ha dovuto richiedere le indennità statali e non sa quando potrà tornare al lavoro.
"Ho solo poche sessioni a settimana con i clienti ma è molto estenuante", spiega.
Negli ultimi mesi ha avuto allucinazioni e incubi, non riesce a concentrarsi a lungo.
Ad oggi non incontra quasi nessuno, ad eccezione del suo partner, che ha incontrato durante la sua malattia, quando si è offerto volontario per aiutarla con gli acquisti.
Il dottor Peter Sabaka, che lavora nel reparto di infettivologia dell'Ospedale universitario di Bratislava, afferma che anche in Slovacchia alcuni pazienti che sono guariti lamentano la persistenza di alcuni sintomi per più di qualche mese.
"E’ terminata la fase acuta della malattia, non hanno più la febbre, sono fuori pericolo di vita e non risultano positivi al test. Tuttavia, non si sentono completamente in salute, presentano ancora alcuni sintomi e la loro qualità di vita si è notevolmente ridotta", descrive Sabaka.
Fonte: dennikN.sk
