Secondo l’indice della burocrazia 2024, elaborato dall’Institute of Economic and Social Studies (INESS) in collaborazione con istituti di ricerca internazionali, la Slovacchia è il Paese con il maggior carico burocratico tra le nazioni del Gruppo di Visegrád (V4), insieme a Georgia e Ucraina. Al contrario, le condizioni più favorevoli per le imprese si registrano in Polonia e Ucraina. Lo studio ha analizzato il tempo necessario per aprire e gestire un'attività, evidenziando che nel 2024 la Polonia è risultata il Paese più efficiente, con 19 ore di pratiche amministrative per avviare un'attività industriale, mentre l’Ucraina è risultata la più complessa, con 64 ore, complice anche il contesto bellico. La Slovacchia si è posizionata al secondo posto per complessità burocratica, con 46 ore necessarie per avviare un’attività. Anche la Georgia ha superato le 40 ore, mentre la Repubblica Ceca e l’Ungheria hanno richiesto rispettivamente 39 e 37 ore. La gestione annuale di un’impresa in Slovacchia comporta 272 ore di lavoro amministrativo, l’equivalente di 34 giorni lavorativi, risultando il valore più alto tra i sei Paesi analizzati. L’Ungheria si è classificata al secondo posto, mentre Polonia e Ucraina hanno registrato il carico burocratico più basso, con 148 e 192 ore rispettivamente.
Anche nel settore alberghiero la Slovacchia si è confermata il Paese con la maggiore burocrazia, con 264 ore annue di procedure amministrative, superando di poco l’Ungheria. La maggior parte delle difficoltà deriva dall’amministrazione del lavoro e degli adempimenti fiscali, mentre in Repubblica Ceca e Polonia i costi burocratici sono legati principalmente alla gestione dei rifiuti e alle certificazioni aziendali. Infine, l’analisi ha rilevato che Slovacchia e Ucraina hanno registrato il maggior numero di cambi normativi che impattano sul business, mentre Georgia e Repubblica Ceca hanno mantenuto il quadro legislativo più stabile.
